MEXICAN GOTHIC by Silvia Moreno-Garcia

MEXICAN GOTHIC by Silvia Moreno-Garcia

autore:Silvia Moreno-Garcia [Moreno-Garcia, Silvia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2021-09-22T12:00:00+00:00


15

Noemí bussò alla porta e aspettò, poi aspettò ancora, ma nessuno venne ad aprire. Rimase per un po’ fuori dalla casa di Marta tormentando nervosamente la tracolla della borsetta, infine si diede per vinta e ripercorse i suoi passi per tornare da Francis, che la guardava incuriosito. Avevano parcheggiato l’auto vicino alla piazza centrale e si erano incamminati insieme, anche se Noemí gli aveva detto che poteva aspettarla come aveva fatto la volta precedente. Ma lui aveva risposto che camminare non gli dispiaceva affatto. Forse stava cercando di tenerla d’occhio.

«Sembra che in casa non ci sia nessuno» disse Noemí.

«Vuoi aspettare?»

«No. Devo fare un salto all’ambulatorio.»

Francis annuì e lentamente tornarono verso quello che si poteva considerare il centro di El Triunfo, con una strada degna di quel nome al posto di sentierini melmosi. Noemí temeva di non trovare il dottore, considerata l’ora, ma quando arrivarono all’ingresso il dottor Julio Camarillo spuntò da dietro l’angolo dell’edificio.

«Dottore» disse Noemí.

«Buongiorno» le rispose Camarillo. Teneva una busta di carta sotto un braccio e la borsa da medico sotto l’altro. «Vi siete alzati di buon’ora. Vi dispiace tenermi questa un momento?»

Francis allungò le mani e prese la borsa. Camarillo tirò fuori un mazzo di chiavi e aprì la porta, tenendola spalancata per lasciarli entrare. Poi andò verso il banco della sala d’aspetto, posò la busta di carta e rivolse loro un sorriso.

«Non credo che ci siamo mai conosciuti ufficialmente» disse il medico, «ma l’ho vista altre volte all’ufficio postale, con il dottor Cummins. Lei è Francis, dico bene?»

«Sì, sono io» gli rispose semplicemente.

«Quando quest’inverno ho sostituito il dottor Corona qui all’ambulatorio, mi ha parlato di lei e di suo padre. Credo che avessero giocato insieme a carte. Un brav’uomo, il dottor Corona. A ogni modo, le dà ancora fastidio la mano, Noemí? È questo il motivo della visita?»

«Possiamo parlare? Ha un po’ di tempo?»

«Certo. Entri pure» le rispose il dottore.

Noemí lo seguì nello studio. Si girò per capire se Francis avesse intenzione di accompagnarla, ma lo vide seduto in sala d’aspetto, con le mani in tasca e lo sguardo sul pavimento. Se voleva tenerla d’occhio, non stava di certo facendo un buon lavoro; avrebbe potuto origliare la loro intera conversazione, se solo fosse stato più furbo. Noemí pensò con sollievo che evidentemente la cosa non lo interessava. Poi chiuse la porta e si sedette davanti al dottor Camarillo, che prese posto alla scrivania.

«Allora, qual è il problema?»

«Catalina ha avuto una crisi» disse Noemí.

«Una crisi? Soffre di epilessia?»

«No. Ho acquistato un tonico, una medicina, da quella donna, Marta Duval. Era una richiesta di Catalina, mi aveva detto che l’avrebbe aiutata a dormire. Ma appena l’ha bevuta ha avuto un attacco. Sono andata da Marta questa mattina, ma non c’era. Ha sentito di altri casi simili in città o nei dintorni? Sa se le sue medicine hanno già fatto male ad altri?»

«Marta va a Pachuca a trovare la figlia, oppure si allontana per cercare le sue piante medicamentose, e forse è proprio questo il motivo per cui non era in casa.



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